Vino e spumante
Nessun’altra bevanda caratterizza lo stile di vita di una regione tanto quanto il vino, in tutte le sue varianti. Si definisce vino una “bevanda alcolica ottenuta dalla fermentazione del succo d’uva con un titolo alcolometrico non inferiore a 8,5%”. E questo è tutto, non c’è bisogno di sapere altro, vero? E invece sì! In effetti c’è molto altro da sapere sul vino...
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Storia del vino
L’esistenza del vino, ovviamente con altri nomi, è documentata fin dal VI millennio a.C. in diverse zone dell’Asia occidentale (Babilonia, Mesopotamia ecc.). Da allora il vino è sempre stato considerato il “nettare degli dei”, un modo per essere più vicini alle divinità. Ha avuto, e ha tuttora, un ruolo importante – quasi centrale – nell’arte, nella cultura, nella religione, insomma, pressoché in ogni sfera della vita umana. Il primo viticoltore sarebbe stato addirittura Noè, dopo il diluvio universale. Ciò che interessa a noi qui, però, è il vino come esperienza di gusto. Cominciamo dalla cosa più importante, la “materia prima” da cui nasce il vino: l’uva.
I vitigni
L’elenco dei vitigni bianchi e rossi che si coltivano è lungo, molto lungo. Si va dal rosso Abbuoto, presente in Marocco e in Italia, fino allo Zweigelt, altro famoso vitigno a bacca nera.
Qui ricordiamo solo i più importanti.
I rossi
- Cabernet Sauvignon – La stella della regione di Bordeaux: Uva dal gusto tannico e corposo, è la componente principale delle classiche cuvée di Bordeaux, il celebre vino prodotto nel Bordolese francese e famoso in tutto il mondo.
- Pinot Noir – Il nobile della Borgogna: La coltivazione di questo vitigno, fragile e complesso come una diva, è una vera scienza: il terreno, il clima e il periodo della vendemmia devono essere perfetti, altrimenti il raccolto sarà inutilizzabile. Se l’opera d’arte riesce, il Pinot Noir ricompensa il vignaiolo con un vino di colore rosso intenso dal ricco profilo aromatico.
- Merlot – Il versatile: In purezza è presente solo nei vini nordamericani. Negli altri paesi questo gioiello rosso scuro va a completare lo spettro aromatico dei suoi vari compagni di cuvée, apportando nell’assemblaggio una nota intensamente fruttata.
- Sangiovese – Il classico toscano: Dal punto di vista della superficie coltivata (>10%), l’uva del Chianti è il gigante dei vitigni italiani. A causa del contenuto di acidi e tannini superiore alla media, dispiega i suoi aromi solo dopo qualche tempo in barrique (botte di legno).
- Tempranillo – Viva España: Complesso e versatile, si coltiva in tutta la Spagna e viene vinificato sia in purezza sia in combinazione con la Garnacha. Si utilizza anche in Portogallo per la produzione del Porto. Se ne ricavano vini con un’acidità delicata ed elegante e profumi di bacche succose.
I bianchi
- Chardonnay – Vin du Champagne: Uno dei vitigni dello Champagne per eccellenza, viene utilizzato anche per eleganti vini fermi. Lo Chardonnay è tra i pochi vini bianchi adatti alla maturazione in barrique. I vini dello Chardonnay seducono il palato con note burrose e nocciolate.
- Riesling – Made in Germany:Tipico dei bianchi tedeschi, il Riesling è un vitigno robusto con un elevato potenziale di conservazione e invecchiamento (un’eccezione tra i vini bianchi). Spesso i suoi vini sviluppano appieno tutti i loro aromi solo dopo un prolungato invecchiamento in barrique.
- Sauvignon Blanc – Dall’altra parte del mondo: Sebbene sia ancora coltivato anche nella sua terra d’origine, la Francia, è soprattutto in Nuova Zelanda che il Sauvignon Blanc si è affermato come il vitigno bianco per eccellenza. I vini neozelandesi sono molto leggeri e caratterizzati da un’acidità ben bilanciata accompagnata da una dolcezza avvolgente.
- Pinot Blanc – Più di un bianco di Borgogna: Il “fratello” del rosso di Borgogna si coltiva soprattutto in Alsazia, Italia, Austria e Germania occidentale. I vini ottenuti da uve Pinot Blanc sono decisamente secchi, leggeri, estivi, con note fruttate e una discreta acidità.
- Chenin Blanc – Flair francese dal Sudafrica: Il paese del Capo di Buona Speranza è ormai diventato il maggior produttore di vini ottenuti da questo vitigno antico originario della Francia. A maturazione tardiva, lo Chenin Blanc produce vini che si contraddistinguono per la spiccata acidità e la leggerezza fruttata.
Fattori influenti in viticoltura
Il terroir
Per terroir si intende, grosso modo, l’insieme dei fattori locali di una determinata zona che hanno un’influenza sulle viti che vi vengono coltivate. In poche parole: il clima e il suolo. Le variazioni di temperatura, le condizioni del vento e la durata dell’irraggiamento solare durante il periodo di coltivazione rivestono un ruolo importante in merito alla quantità e alla qualità delle uve prodotte da una determinata vite. Non esiste perciò una zona adatta al 100% alla viticoltura, ma solo il miglior compromesso possibile tra i vari fattori in gioco.
Il clima
Per un vino perfetto non è importante che il meteo sia perfetto, ma che nell’arco dell’anno si verifichino le condizioni climatiche ottimali. E queste possono variare molto da un vitigno all’altro, mentre lo stile del vino prodotto in un determinato vigneto resta sostanzialmente sempre uguale nel corso degli anni.
A seconda delle variazioni climatiche annuali può invece cambiare, anche di molto, il carattere espresso dalle singole annate.
Il suolo e la posizione
Anche in questo caso non esiste il suolo perfetto. Chiaramente il terreno di coltura della vite influisce in modo determinate sulla sua crescita. Ancora oggi, però, gli esperti non concordano su quale sia la composizione perfetta del terreno per ciascun vitigno, che di fatto resta impossibile da definire con assoluta precisione.
Per la posizione la questione è un po’ più semplice: più le viti sono perpendicolari al sole, meglio è.
Tuttavia, anche per il suolo si possono individuare alcune tendenze di base:
Per prosperare le viti hanno bisogno di terreni asciutti, caldi e leggeri con una quantità ben equilibrata di materiali organici, un pH ben bilanciato e un angolo di esposizione al sole accuratamente selezionato. La presenza di minerali come calcare, selce o scisto è favorevole a certi vitigni (come nelle regioni dello Champagne, della Loira e della Mosella). E naturalmente anche la capacità di ritenzione idrica del suolo.
Un altro fattore decisivo per il risultato ottimo o meno che il viticoltore è destinato a ottenere è la scelta, in base al terroir, del vitigno giusto.
Il vitigno
Ovviamente, a seconda del clima e del terreno, anche il vitigno utilizzato è determinante per la buona riuscita del vigneto. Una vite di Cabernet Sauvignon, per esempio, può crescere bene (quasi) ovunque, ma non potrà mai sviluppare il suo tanto decantato potenziale come nel Bordolose francese o nella soleggiata California. La vite deve semplicemente essere adatta al luogo d’impianto. È qualcosa che solo il viticoltore può valutare facendo affidamento unicamente sulla sua esperienza e sulla sua sensibilità.
La scienza
Il vino, dalla coltivazione alla degustazione, è una scienza. Nel vero senso della parola. L’enologia – l’approccio professionale alla viticoltura, alla vinificazione, all’invecchiamento del vino ecc. – è una scienza a pieno titolo, alla quale sono riservati appositi corsi di studio e titoli professionali.